Rive è un’associazione costituita da una ventina di eco-villaggi, esperienze di co-housing, progetti di comunità e singole persone (tutte situate nel centro-nord Italia) interessate a fare conoscere e sostenere le esperienze comunitarie. Alla rete, si legge nel sito, “appartengono esperienze differenti tra loro per orientamento filosofico e organizzazione, ma tutte comunque ispirate a un modello di vita sostenibile dal punto di vista ecologico, spirituale, socioculturale ed economico”.
Tema del raduno di quest’anno, “Eco-villaggi: finestre su un mondo possibile”. È da qui che partiranno i dibattiti e le tavole rotonde che animeranno l’incontro su società, economia e ambiente e che venerdì e sabato ruoteranno attorno a tre soggetti: “Vivere la Terra insieme”, “Nascere e crescere negli eco-villaggi”, “La comunità: una grande famiglia?”. Si ascolteranno le testimonianze di coloro che vivono quotidianamente la realtà dell’eco-villaggio e di chi è nato all’interno di una simile cultura. Una delle novità dell’incontro di quest’anno sta, infatti, nel creare un momento di confronto tra i giovani, coloro che hanno ricevuto dai genitori un’educazione “alternativa”.
“Il nostro più grande successo è vedere persone che praticano uno stile di vita usuale, venire qui e abbracciare nuovi modelli culturali. Magari non andranno a vivere negli eco-villaggi, ma è importante che conoscano una filosofia di vita alternativa e la abbraccino, per quello che possono”, dichiara Francesca Guidotti di Rive. Sì, perché, l’annuale raduno estivo serve alla rete nazionale degli eco-villaggi soprattutto per affermare che si può vivere anche con poco, anche familiarizzando con l’ambiente e intraprendendo dei percorsi di crescita personale, così difficili nel caos della modernità. E il fattore sorpresa dei raduni di Rive sta proprio nel fatto che alcuni dei presenti, sono solo soci sostenitori, persone che non hanno mai abitato in eco-villaggi, ma che diventano, di anno in anno, più sensibili a questo modello di vita.
Centrali i dibattiti tra le realtà locali: “Il momento di confronto tra i singoli eco-villaggi – dice Guidotti – è quello più importante. Ogni realtà ha delle esperienze da raccontare e mettere in comunione con gli altri e questo fa nascere sempre nuovi spunti e progetti”. Ci saranno anche workshop tematici, che le persone possono seguire, in base alle proprie necessità: si va da quelli più pratici, come quelli legati all’agricoltura, a quelli teorici, ad esempio quelli legati alle relazioni familiari e sociali.
La divisione in “clan” regionali, con un moderatore che veicola la discussione, consentirà il confronto tra eco-villaggi situati in una stessa regione, su problematiche, ad esempio, locali, legati alla propria area geografica. Questo consente, inoltre, di creare una rete tra eco-villaggi, magari situati a pochi km gli uni dagli altri, di cui talvolta si ignora l’esistenza pur trattandosi di “clan aperti”, in cui chiunque può intervenire. Presente, anche un “clan” internazionale. Aderendo al Gen, il Global Ecovillage Network, Rive ospiterà anche una delegazione di persone che vivono la realtà degli eco-villaggi, nel resto del mondo.
Quando è stata fondata nel 1996, Rive è nata sui pilastri di solidarietà, ecologia e cooperazione. Nel suo statuto, si legge infatti “…riconosce come base etica del proprio operare l’equità sociale fondata sull’armonia spirituale, economica ed ecologica, immaginando un mondo di trasparenza, di fiducia, di armonia, un mondo di comunità che abbia cura della Terra e degli uomini”.
Segno della grande sensibilità di Rive a questi temi e di grande attualità, viste le notizie che arrivano dal Medio Oriente, la partecipazione di una rappresentanza di “Windows for Peace”, un’associazione israelo-palestinese, nata nel 1991, che promuove il dialogo tra giovani palestinesi e israeliani, fondata da Ruth Atsmon. A Wfp andrà il ricavato raccolto dal raduno, che ogni anno viene donato ad una associazione diversa, in base alla volontà della sede ospitante. La Comune di Bagnaia, quest’anno, ha deciso di devolvere il denaro per la costruzione di un campo in cui l’anno prossimo, saranno ospitati giovani israeliani e palestinesi che conviveranno in pace per alcuni giorni. (Maria Panariello)