Màrcia Theòphilo nata a Fortaleza, Ceará, in Brasile, nel 1940. Antropologa, ha studiato musica in Europa. Tutta la sua opera si ispira alla foresta amazzonica, la sua gente, i suoi animali, i suoi alberi, i suoi miti, ed espone la sua distruzione e gli sforzi per salvare il patrimonio culturale naturale della foresta.
La sua poesia è stata tradotta in diverse lingue e la sua candidatura è stata nominata per il premio Nobel. Vive in Italia. Marcia Teofilo ha vinto in Italia, dove risiede, il premio “Sandro Penna” nel 2008.
Ieri per la prima volta apparvero
le prime rughe sul volto della terra
stravolta nelle viscere
le navi le acque
si moltiplicano senza fine.
Catueté Curupira
le foreste ti chiamano
a punire quelli che atterrano
e abbattono gli animali
e spaventano gli alberi
facendoli credere soli
in mezzo al bosco
gli alberi affamati
gli alberi allucinati
in mezzo al bosco
in mezzo al cemento gli alberi t’implorano
tamacueré yndayara Catueté Curupira
molti alberi trovati affamati
moribondi
raccontando storie cupe e fantastiche
di città distrutte
sono gli unici testimoni vivi o semi-vivi
di quello che rimane dell’uomo
tim tim he taya boya
le ombre in curve rigide
i rami secchi all’estremità
si tendono a cogliere gli uomini più teneri
divorandoli
l’uomo impaurito continua
cavalcando motociclette
che emettono un forte grugnito
prima della partenza
e fanno fuggire gli animali
uccidendo il verde.
Il verde continua a crescere sotto la polvere
sugli alberi coperti di chiodi e di calce
il verde rinasce primavera
insistendo nel suo ultimo grido
viso senza colore e senza sangue
i fiumi marciscono
i vecchi assistono ansiosi
ai comodi e alle voglie dei giovani
il mondo mostra le sue ferite
attraverso un apparecchio che ripete
immagini di distruzione.
Catueté Curupira
le foreste ti chiamano.