Cos’è dunque, il destino? Ovviamente la risposta a questa domanda è ben al di là della portata della comprensione umana ed è impossibile, oltre che inutile, pervenire a una soluzione definitiva. Tutto ciò che possiamo fare è tentare di contribuire a una parziale comprensione del concetto mettendo a disposizione degli altri il nostro frammento di intuizione. Alla fine dei conti, ognuno di noi ha una sua personale visione del destino. Per quanto mi riguarda, voglio provare a spiegarlo ricorrendo a un parallelismo.
In fisica quantistica esiste un metodo di calcolo degli eventi chiamato Integrale di Feynmann, utilizzato per calcolare la probabilità che un elettrone situata in un punto A approdi a un punto B. Come sappiamo dal Principio di Indeterminazione di Heisenberg, infatti, non è possibile calcolare contemporaneamente la posizione e la velocità di un oggetto subatomico. Per questa ragione, è impossibile osservare la traiettoria di una particella mentre questa si sposta da un punto all’altro, possiamo soltanto vederla apparire in prima in un punto e poi in un altro; prevedere dove riapparirà una volta scomparso è un’impresa difficile. Richard Feynmann ha escogitato una geniale soluzione al problema: bisogna calcolare TUTTI i possibili percorsi che l’elettrone può seguire.
In pratica, se trasponiamo la cosa su un piano concettuale, per la fisica quantistica un elettrone, per spostarsi dal punto A al punto B, percorre contemporaneamente tutte le strade esistenti, allargandosi lungo il suo percorso in quella che in gergo viene definita “nube quantistica” e restringendosi in prossimità dei punti di partenza e di arrivo.
Trovo questo modello molto efficace per definire ciò che a mio parere è il destino: ci sono un punto di partenza e uno di arrivo prestabiliti. Nasciamo con delle caratteristiche e al termine della vita dobbiamo averne acquisite delle altre. In questo senso non siamo liberi, perché prima ancora di incarnarci abbiamo innescato una sorta di moto rettilineo uniforme che inevitabilmente ci condurrà verso una meta ben precisa, salvo le interferenze di forze interiori o esterne che possono condurci fuori strada.
Il libero arbitrio sta nel fatto che al punto prestabilito possiamo arrivarci in qualunque modo scegliamo. Anche noi potenzialmente percorriamo tutti i cammini possibili. Se per esempio il nostro tema natale ci informa che dobbiamo acquisire la capacità di comunicare (Gemelli-casa terza), ci lascia però liberi sulle modalità, pur dandoci numerose indicazioni aggiuntive. Se svilupperemo questa abilità facendo i giornalisti, o gli oratori, o i professori o semplicemente parlando molto con in nostri amici, questo saremo noi a deciderlo. Il tema natale sottolinea che ci sono ambiti nei quali avremo più fortuna e altri nei quali ne avremo meno, ma noi siamo liberissimi di scegliere se seguire la via più facile o quella più ardua. Una cosa è certa: man mano che ci avviciniamo al nostro reale scopo, ci sentiamo risucchiare da quest’ultimo con un’incredibile forza magnetica. Ci fa sentire pieni, soddisfatti, felici di esistere. È lì che capiamo di essere sulla strada giusta.
Rispettare e perseguire il proprio progetto dell’anima è la condizione necessaria e imprescindibile per uno stato di benessere. Non esiste altro modo di stare bene. Possiamo deviare, tornare indietro, fermarci a metà strada, ma saremo felici soltanto quando imboccheremo la nostra via. Questa meta possiamo capirla razionalmente leggendo la nostra carta del cielo, ma è solo dopo averla sentita risuonare dentro che per noi diventa viva e reale. In questo l’astrologia non può aiutarci, perché nessuna disciplina, per quanto sofisticata, può sostituirsi al nostro sentire.
Il tema natale è uno strumento che va usato attivamente, allo stesso modo in cui si utilizza una cartina stradale quando si vuole raggiungere una destinazione sconosciuta. Certo, la mappa ci indica che la strada che abbiamo imboccato incontrerà un certo numero di intersezioni e rotatorie, attraverserà determinate regioni e infine terminerà in un punto specifico, ma questo non significa che sia lei ad agire i nostri spostamenti.
Un altro errore in cui bisogna far attenzione a non incorrere è quello di identificarsi totalmente con le proprie coordinate astrologiche. Tanto per restare in ambito di metafore stradali, potremmo dire che il tema natale è la vettura che ci siamo scelti in dotazione; può trattarsi di un’utilitaria o di un fuoristrada, il motore può avere una cilindrata più o meno alta, gli interni possono essere superaccessoriati oppure spartani e minimali, ma resta il fatto che siamo noi a condurla e che le sue prestazioni dipendono in gran parte dall’uso che facciamo. Non siamo la nostra macchina, la guidiamo e basta. Per questa ragione potremmo avere una sfrecciante Ferrari senza mai riuscire a superare i 60 chilometri orari – magari perché abbiamo paura di avventurarci in un autodromo – o al contrario potremmo essere proprietari di una modestissima station wagon e riuscire a muoverci agilmente anche sui più impervi sentieri montani. È chiaro che il fatto di possedere un’utilitaria e non una macchina da corsa deve farci riflettere sull’uso che dovremmo farne e di conseguenza sugli obiettivi che è più ragionevole porci, ma ciò non toglie che siamo noi a fare la differenza.
Questo noi, tornando al tema natale, è qualcosa di impossibile da definire verbalmente e che si può solamente percepire. È la differenza che rimane alla fine di una lunga serie di sottrazioni: non è il corpo, non è il sistema nervoso, non sono i pensieri, non è la sessualità, non è la personalità, non è il temperamento, non sono i gusti personali, non è l’eredità genetica, non è il risultato dei condizionamenti sociali e culturali. È qualcos’altro, qualcosa di incondizionato e preesistente che possiamo sentire al nostro interno sotto forma di unità interiore, un nucleo centrale che irradia calore vitale. Bene, l’astrologia NON può indagare direttamente questo nucleo, se non per deduzione indiretta (specialmente adoperando metodi specifici come la lettura karmica), e non può definire la nostra essenza.
Alla Prossima Puntata con Anthony Van De Boer
Per un approfondito tema natale contattare antonyvandeboer@hotmail.it